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Piano Freddo 2021
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Piano Freddo 2021
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Piano Freddo al via il 26 novembre

MVI in campo a fianco del Comune

 

Arriva il Piano Freddo 2021-22, messo in atto dal Comune di Milano per assistere le persone senza dimora nella stagione climaticamente più dura. Quest’anno scatta il 26 novembre e si protrarrà fino a marzo 2022.

Ancora una volta, come avviene ormai da molti anni, Medici Volontari Italiani affianca il Comune, assicurando la presenza dei suoi operatori e dell’unità medica mobile davanti al Centro Sammartini (il centro aiuto della Stazione Centrale) nella mattina del lunedì e del venerdì. Se si renderà necessario, sarà reso disponibile il giovedì pomeriggio anche il poliambulatorio di Medici Volontari in Via Padova.

Per assicurare un accesso sicuro dei senza dimora alle strutture pubbliche di accoglienza bisogna accertarel’assenza di malattie infettive, come  tubercolosi e  scabbia, che rappresentano un rischio non solo per la persona, ma anche per la collettività.

Chi chiede al Centro Sammartini l’accesso al dormitorio viene quindi sottoposto, se ne viene ravvisata la necessità, al test di Mantoux per la tubercolosi, effettuato a Villa Marelli. Compito di MVI è controllare l’esito dell’esamee compilare una scheda individuale diretta a valutare una serie di indicatori sociosanitari di eventuale esposizione alla Tbc. Se entrambe le verifiche sono positive il medico di MVI autorizza l’ingresso nella struttura di accoglienza.

Il Piano Freddo 21/22 deve però tener conto anche di un’importante variabile, che ne rende più complessa che in passato l’attuazione: la necessaria vaccinazione dei senza fissa dimora. Il problema si era posto anche nella precedente campagna, ma solo a partire dal gennaio 2021, quando cioè sono divenuti disponibili i vaccini. Questa volta invece va affrontato da subito. Se ne occuperanno le strutture comunali, con medici della ATS e vaccini forniti dall’Ospedale Niguarda.

Nel Piano Freddo 20/21 MVI ha effettuato circa 600 verifiche, con una flessione rispetto all’anno precedente. La pandemia sembra infatti avere scoraggiato l’accesso alle strutture di accoglienza, per il timore di contagi e per le più rigide procedure di ammissione.