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Il digitale al servizio della mission di MVI
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Il digitale al servizio della mission di MVI
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di Faustino Boioli

Una decina di anni or sono Medici Volontari Italiani cominciò a riflettere sull’utilizzo delle nuove tecnologie - e in particolare del telefono cellulare, che ormai quasi tutti abbiamo in tasca - per migliorare l’efficacia di un intervento sanitario in situazione di emergenza-urgenza. Una situazione in cui molto spesso chi viene soccorso non è in grado di collaborare e che d’altro lato richiede la disponibilità in tempi quanto più possibili rapidi di informazioni corrette sul profilo medico-sanitario dell’assistito.

Quella di MVI non era una curiosità “esotica”, ma la chiara percezione di un problema forse sottovalutato e che invece noi, che facciamo medicina di strada, abbiamo avuto modo di conoscere molto bene sul campo, incrociando ogni giorno pazienti marginalizzati con una storia clinica del tutto ignota. Naturalmente, cambiando il contesto di riferimento la carenza di informazioni verificata per il senza fissa dimora da noi assistito era – ed è – un problema per qualsiasi cittadino incosciente e in una situazione di emergenza.

Ovvero, avevamo individuato “dal basso” una criticità sociale di notevole rilevanza. Abbiamo però trovato anche una soluzione, grazie ai contributi della Fondazione IBM e della società G7 Soluzioni informatiche. Una risposta tecnologica apprezzata e fatta propria dall’assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Milano, che l’ha inserita a pieno titolo nel suo progetto “Cittadini più Coinvolti & più Sicuri. Mi riferisco alla App “Il Telefonino, il tuo Salvavita”, sviluppata da MVI. Grazie ad essa ognuno di noi può avere sul suo cellulare la propria carta di identità salvavita digitalizzata (fornitagli anche in versione cartacea), che comunica al soccorritore i dati anagrafici, i riferimenti di persone da contattare e soprattutto un profilo clinico aggiornato e affidabile perché redatto dal medico di base e non prodotto in proprio dall’interessato (come quello invece associato ai molti numeri e App “In Case of Emergency” che circolano nell’ormai affollato mondo del mobile health).

A dieci anni di distanza un buon tratto di cammino è stato percorso, sia pure non senza difficoltà, a cominciare dalla necessità imprescindibile di sviluppare il progetto coinvolgendo gli enti ed operatori ufficiali del Sistema sanitario nazionale e del Sistema di soccorso.

Così oggi siamo più che mai convinti della bontà della strada intrapresa e motivati a esplorare le ulteriori grandi potenzialità offerte dal mondo digitale. E per questo abbiamo partecipato alla Digital Week promossa dal Comune di Milano, con un evento tenuto sabato 17 marzo nella nostra sede in via Padova 104, aperto a tutti e dedicato a “Il Telefonino, il tuo salvavita”.

La digitalizzazione della società civile sta facendo enormi progressi e MVI vuole partecipare a tale processo.

Ci sono tre aree al cui sviluppo crediamo di poter contribuire:

1) Smart City. La Smart city pone il cittadino “al centro" grazie allo smartphone, che permette di eseguire facilmente operazioni quasi impossibili nell’era pre-digitale. Il cittadino non è più un mero fruitore passivo di servizi, bensì un soggetto attivo e proattivo. Si parla ormai di cittadino giornalista, di cittadino scienziato… Ci può essere un cittadino soccorritore? MVI ritiene di sì.

2) Digital Transformation. Per capire in cosa consista la DT, basta fare il nome di alcuni nuovi servizi digitalizzati quali Uber, Airbnb, Il fascicolo del cittadino…Proviamo allora a riflettere su come è iniziata a cambiare anche la modalità di coinvolgimento dei servizi di emergenza, rispetto alla tradizionale chiamata vocale. Utilizzando l'App “Where ARE U?” di AREU chiamando il 112/118 si forniscono automaticamente la propria posizione e i propri numeri ICE. Con l’App "Il Telefonino, il tuo Salvavita" di MVI si potrebbe inviare anche il profilo salvavita di chi viene soccorso, unitamente alle sue informazioni anagrafiche.

3) Cittadinanza digitale. E’ un’area in rapido sviluppo e MVI può contribuire all’inclusione delle frange non alfabetizzate digitalmente, affinchè le stesse possano fruire dei benefici provenienti dal digitale.